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la delusione di Atene: Juventus v Amburgo (finale coppa dei campioni 1982/ 3)


Ad Atene l'Amburgo trova una Juventus sospinta dal tifo di 40mila tifosi italiani e dai favori del pronostico. La storia purtroppo ando' diversamente, dopo un colpo di testa iniziale di Bettega deviato da Stein in corner, l’Amburgo passa in vantaggio con un gran tiro di Magath dal limite che beffa Zoff. La Juve ha tempo davanti a sé , quasi tutta la partita ma non riuscira' mai a segnare, soprattutto perché Rolff vero e proprio bulldog digrignante dell'HSV annulla nel vero senso della parola Platini, mentre Paolo Rossi, capocannoniere della coppa quella sera non e' per niente in forma.


La “tragedia ” perche' e' giusto definirla tale di fatto ha un unico protagonista; Felix Magath che di fatto viene ricordato ancora oggi soprattutto da noi nei nostri peggiori incubi, Magath regista dell’Amburgo con il suo pallonetto oltre a beffare Zoff infrange tutti i nostri sogni, sia di quelli presenti ad Atene che i miei di ragazzino davanti alla televisione da Torino, la mia prima delusione calcistica vera e propria per la quale non mi vergogno di ammettere piansi amaramente subito dopo la fine della partita rinchiudendomi in uno sgabuzzino.


Il cammino della Juventus : Il primo turno è contro lo Hvidovre qualificazione archiviata già dopo l’andata in Danimarca che ci vede vincenti col risultato di 4-1. Poco prima del ritorno esplode il caso Bettega, che rifiuta la panchina e getta le basi dell’emigrazione a Toronto al termine della stagione. Platini è ancora nella fase di rodaggio e la Juve pareggia sorprendentemente in casa il match di ritorno.


Il sorteggio del secondo turno ci porta lo Standard Liegi, che annovera tra le sue file lo spauracchio Geurts, ma a Liegi una grande Juve passeggia sul velluto e va subito in vantaggio al 7′: corner di Marocchino e testa di Tardelli: 1-0. Lo Standard pareggia con un rigore discutibile concesso da Vautrot e trasformato dal molucchese Tahamata.

Due giorni prima del ritorno Cabrini si fa il menisco, alla sua assenza si aggiunge quella di Brio. quindi con una coppia di terzini tutta nuova (Bonini-Prandelli), trascinati da un Boniek inarrestabile i ragazzi sono sul 2-0 già alla mezz’ora.

Nei quarti c’è la supersfida con i campioni in carica dell’Aston Villa. In una fredda sera di marzo la Juve centra l’appuntamento con la storia a Birmingham. Sedici anni dopo la vittoria del Bologna contro il West Bromwich Albion in Coppa delle Fiere, una squadra italiana vince in Inghilterra nelle Coppe europee (prima affermazione in Coppa Campioni).


Pronti-via e Juve già in vantaggio: Bettega imbecca Cabrini sulla sinistra, cross dal fondo e Rossi anticipa tutti di testa facendo 1-0. Finalmente anche Platini gioca ad altissimi livelli e guida la Juve a maramaldeggiare sul campo dei campioni d’Europa. In difesa Brio è perfetto, davanti Rossi è una minaccia costante e Bettega un suggeritore di primo livello. A inizio ripresa pareggia Cowans, ma la Juve mantiene la guida delle operazioni; una grande sgroppata di Boniek su lancio di Platini sancisce il 2-1 finale. A Caselle migliaia di tifosi impazziti per la grande impresa tributano il giusto trionfo ai ragazzi. Nel ritorno il primo tempo della Juve è da antologia, all’intervallo il 2-0 ci va perfino stretto , il finale è 3-1.

L’urna di Zurigo per la semifinale ci riserva i polacchi del Widzew Lodz, ex squadra di Boniek, che ha eliminato il Liverpool. L’andata al Comunale fa registrare il nuovo record d’incasso per una partita di calcio in Italia: 1.107.067.500 di lire. Anche i polacchi, subiscono lo stesso trattamento del Villa e vengono travolti, Boniek è l’ispiratore del 2-0. Il ritorno si disputa in un clima incandescente. Rossi alla mezz’ora regala virtualmente la finale alla Juve, ma i polacchi pareggiano in apertura di ripresa, portandosi anche in vantaggio dopo la sospensione per oltre un quarto d’ora per medicare il guardalinee olandese De Vries, colpito al capo da una bottiglia di vetro, ma la Juve gioca con grande coraggio e Platini risulta ancora il migliore in campo, nel finale trasforma un netto rigore per fallo del portiere Mlynarczyk superato da Boniek.

È finale: ad Atene la Juve arriva come grande favorita, ma non riesce a giocare , dieci anni dopo Belgrado la storia si ripete e come allora i Balcani ci riservano ancora una terribile delusione .


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